Alla scuola di San Luigi Guanella
Il tesoro di testimonianza del nostro fondatore arricchisce e fa vivere il nostro patrimonio spirituale. Agisce come se tutto dipendesse da sé, sapendo poi che, in realtà, tutto dipende da Dio, così elevava la sua capacità di comprensione di tutta la realtà umana ciò che ha caratterizzato al sua vita è stata la carità fatta di accoglienza generosa e intelligente, di aiuto ad ogni persona bisognosa, che non conosceva limiti. Si prese cura di anziani che languivano nell’abbandono, di bambini “trovatelli” e non, di mendicanti, storpi e pazzi che abitavano per lo più, indesiderati o tollerati, spazi spesso altrimenti inutilizzati. Le sue case non sono mai state serragli più o meno ben organizzati ma luoghi ove sperimentare la possibilità di toccare l’infinito, di conoscerlo per non concepire la vita come una sventura. Il lavoro manuale era per tutti un impegno, una “cultura salva vita”; e curava l’unica vera malattia che si manifesta nella mancanza di amore facendo riscoprire il valore incommensurabile dell’essere umano che nelle proprie debolezze e inadeguatezze vede manifestarsi la forza di Dio che opera meraviglie. Anche noi con San Luigi Guanella poniamo le nostre piccole forze, impotenti dinnanzi ai problemi del mondo, in quelle di Dio. Allunghiamo verso di Lui la mano. L’umiltà di quella mano vuota è il vuoto che Dio riempie con la sua grazia.
Il tesoro di testimonianza del nostro fondatore arricchisce e fa vivere il nostro patrimonio spirituale. Agisce come se tutto dipendesse da sé, sapendo poi che, in realtà, tutto dipende da Dio, così elevava la sua capacità di comprensione di tutta la realtà umana ciò che ha caratterizzato al sua vita è stata la carità fatta di accoglienza generosa e intelligente, di aiuto ad ogni persona bisognosa, che non conosceva limiti. Si prese cura di anziani che languivano nell’abbandono, di bambini “trovatelli” e non, di mendicanti, storpi e pazzi che abitavano per lo più, indesiderati o tollerati, spazi spesso altrimenti inutilizzati. Le sue case non sono mai state serragli più o meno ben organizzati ma luoghi ove sperimentare la possibilità di toccare l’infinito, di conoscerlo per non concepire la vita come una sventura. Il lavoro manuale era per tutti un impegno, una “cultura salva vita”; e curava l’unica vera malattia che si manifesta nella mancanza di amore facendo riscoprire il valore incommensurabile dell’essere umano che nelle proprie debolezze e inadeguatezze vede manifestarsi la forza di Dio che opera meraviglie. Anche noi con San Luigi Guanella poniamo le nostre piccole forze, impotenti dinnanzi ai problemi del mondo, in quelle di Dio. Allunghiamo verso di Lui la mano. L’umiltà di quella mano vuota è il vuoto che Dio riempie con la sua grazia.
San Luigi Guanella
Luigi Guanella nacque a Fraciscio di Campodolcino in Val San Giacomo, provincia di Sondrio, il 19 dicembre 1842. Morì a Como il 24 ottobre 1915. Il padre Lorenzo, sindaco di Campodolcino, era uomo severo e autoritario, la madre Maria Bianchi, invece, dolce e paziente. Trascorse la fanciullezza tra i suoi monti, sempre nostalgicamente amati, e a dodici anni ottenne un posto gratuito nel collegio Gallio di Como, frequentando poi, per gli studi ecclesiali, i seminari diocesani (1854 - 1866), distinguendosi per angelica pietà, amabilità di carattere, profitto nelle discipline scolastiche.
Divenne prete della Diocesi di Como il 26 maggio 1866, e fin dai primi anni di ministero manifestò zelo apostolico ardente e una predilezione per i poveri e gli inabili psico-fisici. Prese contatto con l'Opera del Cottolengo e con don Bosco, presso il quale si recò nel 1875, legandosi per tre anni alla Pia Società Salesiana. Richiamato dal suo vescovo, riprese il ministero in varie parrocchie della diocesi, come Prosto e Savogno in momenti politicamente difficili ed economicamente drammatici per la vita sociale del nostro paese; infine fu a Pianello Lario (CO) dove prese in cura spirituale alcune giovani desiderose di vivere consacrate al Signore in un ospizio per l'educazione di orfanelle e per l'assistenza di persone anziane ereditate dal suo predecessore don Carlo Coppini . Dopo alcune esperienze, fallite per l’incomprensione dei contemporanei 1886 don Luigi Guanella iniziò a Como la sua prima grande opera al servizio dei poveri fondando la Casa della Divina Provvidenza con la collaborazione di suor Marcellina Bosatta e della sorella Beata Chiara e, sotto la sua guida spirituale, il piccolo gruppo di religiose divenne ben presto la “Congregazione della Figlie di Santa Maria della Provvidenza”. Scelse di servire i più miseri e abbandonati, privi di qualsiasi assistenza. Ebbe particolare predilezione per gli anziani, gli handicappati e i ragazzi abbandonati.
Lentamente da quella prima opera lievitarono altre istituzioni in diverse regioni italiane, nella Svizzera e negli U.S.A. e don Guanella condivise questo suo slancio apostolico, oltre che con le suore, anche con un gruppo di sacerdoti e di fratelli, i Servi della Carità, che continuano ad offrire in ogni parte del mondo la solidarietà e ad aiutare chi soffre. don Guanella è stato un uomo che ha fatto la carità, ma si può dire anche che la carità di Dio ha fatto lui e lo ha reso padre dei diseredati. Egli è riuscito a stare con loro con spirito di vera povertà evangelica. Nel giorno della sua beatificazione Paolo VI si chiedeva come “definire in sintesi la sua anima e la sua opera” e rispondeva con un’espressione dello stesso don Guanella: “è Dio che fa’!”. Collaborare con Dio per rendere più ospitale la terra ai poveri e agli infelici è stato il programma della sua vita; la sua opera è il segno della benevolenza che Dio ha concesso a questo eroe della carità. Il compianto prevosto Don Alessandro Tamborini documenta le virtù che in don Guanella furono caratteristiche: una devozione tenerissima al cuore di Gesù e di Maria, un’incontrollabile fiducia nella Divina Provvidenza, un’ardentissima carità verso il prossimo, nel quale ravvisò sempre un padrone da amare teneramente e servire. Pio XI parlando do Don Guanella lo definì il Garibaldi della carità.
Luigi Guanella nacque a Fraciscio di Campodolcino in Val San Giacomo, provincia di Sondrio, il 19 dicembre 1842. Morì a Como il 24 ottobre 1915. Il padre Lorenzo, sindaco di Campodolcino, era uomo severo e autoritario, la madre Maria Bianchi, invece, dolce e paziente. Trascorse la fanciullezza tra i suoi monti, sempre nostalgicamente amati, e a dodici anni ottenne un posto gratuito nel collegio Gallio di Como, frequentando poi, per gli studi ecclesiali, i seminari diocesani (1854 - 1866), distinguendosi per angelica pietà, amabilità di carattere, profitto nelle discipline scolastiche.
Divenne prete della Diocesi di Como il 26 maggio 1866, e fin dai primi anni di ministero manifestò zelo apostolico ardente e una predilezione per i poveri e gli inabili psico-fisici. Prese contatto con l'Opera del Cottolengo e con don Bosco, presso il quale si recò nel 1875, legandosi per tre anni alla Pia Società Salesiana. Richiamato dal suo vescovo, riprese il ministero in varie parrocchie della diocesi, come Prosto e Savogno in momenti politicamente difficili ed economicamente drammatici per la vita sociale del nostro paese; infine fu a Pianello Lario (CO) dove prese in cura spirituale alcune giovani desiderose di vivere consacrate al Signore in un ospizio per l'educazione di orfanelle e per l'assistenza di persone anziane ereditate dal suo predecessore don Carlo Coppini . Dopo alcune esperienze, fallite per l’incomprensione dei contemporanei 1886 don Luigi Guanella iniziò a Como la sua prima grande opera al servizio dei poveri fondando la Casa della Divina Provvidenza con la collaborazione di suor Marcellina Bosatta e della sorella Beata Chiara e, sotto la sua guida spirituale, il piccolo gruppo di religiose divenne ben presto la “Congregazione della Figlie di Santa Maria della Provvidenza”. Scelse di servire i più miseri e abbandonati, privi di qualsiasi assistenza. Ebbe particolare predilezione per gli anziani, gli handicappati e i ragazzi abbandonati.
Lentamente da quella prima opera lievitarono altre istituzioni in diverse regioni italiane, nella Svizzera e negli U.S.A. e don Guanella condivise questo suo slancio apostolico, oltre che con le suore, anche con un gruppo di sacerdoti e di fratelli, i Servi della Carità, che continuano ad offrire in ogni parte del mondo la solidarietà e ad aiutare chi soffre. don Guanella è stato un uomo che ha fatto la carità, ma si può dire anche che la carità di Dio ha fatto lui e lo ha reso padre dei diseredati. Egli è riuscito a stare con loro con spirito di vera povertà evangelica. Nel giorno della sua beatificazione Paolo VI si chiedeva come “definire in sintesi la sua anima e la sua opera” e rispondeva con un’espressione dello stesso don Guanella: “è Dio che fa’!”. Collaborare con Dio per rendere più ospitale la terra ai poveri e agli infelici è stato il programma della sua vita; la sua opera è il segno della benevolenza che Dio ha concesso a questo eroe della carità. Il compianto prevosto Don Alessandro Tamborini documenta le virtù che in don Guanella furono caratteristiche: una devozione tenerissima al cuore di Gesù e di Maria, un’incontrollabile fiducia nella Divina Provvidenza, un’ardentissima carità verso il prossimo, nel quale ravvisò sempre un padrone da amare teneramente e servire. Pio XI parlando do Don Guanella lo definì il Garibaldi della carità.