L'educazione del cuore
L’intuizione del Fondatore è che «l’arte di educare è specialmente arte di cuore». Si sviluppa sulle facoltà affettive e volitive. «Il primo principio fondamentale “è circondare di affetto”, perché il rapporto educativo si svolge per le “vie del cuore”». L’educazione del cuore è uno dei punti centrali del sistema preventivo di don Guanella. Nei confronti degli «anziani», dei «buoni figli» e dei «ricoverati» nella Casa, si raccomanda di avere un cuore pieno di carità, perché i bisogni della Casa sono più da indovinare con l’affetto del cuore che con lo studio speculativo della mente. «Il cuore ha bisogno di benevolenza come lo stomaco di cibo». Nell'educazione e nell'assistenza bisogna lavorare con il cuore e con la mente, vale a dire essere «pieni di cuore e d’intelligenza». «Più che insegnamenti teoretici, si raccomanda poi lo zelo d’un cuore pieno di carità vigile, industriosa, materna». «I bisogni degli infelici sono più da indovinare dall’affetto del cuore che da studio speculativo della mente». «I “buoni figli” quanto mancano nella mente, tanto sono generosi di cuore. Sono sensibili alle benevolenze che loro si usano». «Sono già tanti sofferenti; non si tormentino con restringere troppo gli atti della loro libertà con il pretesto dell’ordine disciplinare».
L’altro elemento che costituisce l’anima della prevenzione, è la benevolenza: «La benevolenza è vero sistema di prevenzione». La benevolenza si esprime nell’amicizia[10], a condizione che riguardi entrambi i soggetti del rapporto. «L’educazione è una relazione amichevole, voluta e desiderata: l’amore è l’anima del sistema educativo guanelliano». «La benevolenza è […] una profonda e intensa corrente di affetto, che apre a un incontro libero e convinto con il prossimo; germoglia nel cuore e lo inclina a volere con tutte le forze, il bene dell’altro». La benevolenza s’ispira, in ogni caso, a purissima carità. La Casa diventa così una famiglia, dove regna una disciplina seria e nel contempo discreta e ragionevole, tutto ciò è garantito da sollecita assistenza, che non è solo sorveglianza ma presenza fraterna, amichevole e animatrice.
«La benevolenza di famiglia è vero sistema educativo. Il cuore ha bisogno di benevolenza come lo stomaco di cibo […], è qualità naturale e soprannaturale». che consiste nel mostrare tutto l'affetto di un cuore buono che vuole adoperarsi per amor di Dio a sollievo dei fratelli sofferenti! Devono attirarsi tutti la benevolenza delle persone per trarne del bene e così piacere a tutti, come insinua l'apostolo Paolo: “Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo» (Rom 15,2).
L’altro elemento che costituisce l’anima della prevenzione, è la benevolenza: «La benevolenza è vero sistema di prevenzione». La benevolenza si esprime nell’amicizia[10], a condizione che riguardi entrambi i soggetti del rapporto. «L’educazione è una relazione amichevole, voluta e desiderata: l’amore è l’anima del sistema educativo guanelliano». «La benevolenza è […] una profonda e intensa corrente di affetto, che apre a un incontro libero e convinto con il prossimo; germoglia nel cuore e lo inclina a volere con tutte le forze, il bene dell’altro». La benevolenza s’ispira, in ogni caso, a purissima carità. La Casa diventa così una famiglia, dove regna una disciplina seria e nel contempo discreta e ragionevole, tutto ciò è garantito da sollecita assistenza, che non è solo sorveglianza ma presenza fraterna, amichevole e animatrice.
«La benevolenza di famiglia è vero sistema educativo. Il cuore ha bisogno di benevolenza come lo stomaco di cibo […], è qualità naturale e soprannaturale». che consiste nel mostrare tutto l'affetto di un cuore buono che vuole adoperarsi per amor di Dio a sollievo dei fratelli sofferenti! Devono attirarsi tutti la benevolenza delle persone per trarne del bene e così piacere a tutti, come insinua l'apostolo Paolo: “Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo» (Rom 15,2).